Buongiorno, buona settimana!
Il post di oggi racconta dei miei tentativi di usare in modo decente gli acquerelli nel cardmaking. Da mesi aspettavo l'occasione giusta per inaugurare la mia scatola di Gansai Tambi da 36, i magici acquerelli giapponesi regalatimi da Gian e - strano!! - mai usati.
Io di tecniche artistiche non so nulla, una beneamata fava di nulla: guardo chi le padroneggia, provo un po' di invidia (lo ammetto: sono una brutta persona), mi dico che mi piacerebbe provare, poi basta. Compro però, compro i materiali che poi riposano stancamente in attesa dell'occasione giusta, che questa volta è arrivata da Giulia, la proprietaria dello ScrapVillaggio di Legnano.
Mi sono iscritta al suo corso on line di watercolor, una cosa fatta bene, ma semplice, senza ansia, senza competizione, senza scadenze: solo video di alta qualità con spiegazioni chiare, esempi alla mia portata e ho scoperto così che il watercolor mi piace.
Sarà perchè non c'è nulla di aggressivo negli acquerelli, sarà che puoi correggere e l'acqua lava via la sbavatura, sarà che l'effetto finale è un po' fiabesco, mai troppo netto, in quella nebbiolina colorata ci puoi far stare tutti i tuoi pensieri... o forse, senza troppi film mentali, sarà che Giulia è brava, punto.
Ecco, ora non è che sia diventata l'acquarellista degli Shogun, non immaginatemi all'aria aperta con la mia tela su cavalletto, la tavolozza in mano e lo sguardo perso nell'orizzonte. Nulla di più lontano dalla realtà, ma mi piaceva registrare sulla mia pagina i primi tentativi fatti con colori, acqua e pennelli e un giorno - quando sarò diventata brava (quando?) - saprò da dove sono partita.
Dunque, il primo esercizio consisteva nel rendersi conto dei colori a disposizione: i panetti di acquerello, infatti, sono tutti compatti e le tonalità non si capiscono, per cui è utile crearsi una tavolozza su carta da tenere sempre sotto mano. Ecco qui la mia, i miei 36 Gansai Tambi
E questa è la loro magnifica scatola
Un altro esercizio è stato dipingere questo fiore con l'aiuto di uno stencil
L'ultima prova, colorare un disegno embossato in bianco: la polverina forma un argine lungo il contorno sicchè diventa più difficile combinare pasticci.
Poi con queste magnolie ho realizzato una card
Mi sono fermata qua, conto però di andare avanti. Ora sto studiando la tecnica no line.
Nonostante gli errori, l'esercizio acquerelloso mi rilassa molto e trovo che anche solo per questo valga la pena continuare.
Grazie a chi avrà avuto la pazienza di leggere tutto questo lungo post, buona settimana, a presto!